Split Step

Ex Macelli Civici, Viale Molise 64, Milano, 12 novembre 2022 dalle 11 alle 17

A cura di Susanna Baumgartner e Ermanno Cristini

 

Aurelio Andrighetto, Susanna Baumgartner, Cesare Biratoni, Sergio Breviario, Umberto Cavenago, Loris Cecchini, Gianluca Codeghini, Stefano Comensoli_Nicolò Colciago, Matteo Cremonesi, Ermanno Cristini, Sabrina D’Alessandro, Carla Della Beffa, Oppy De Bernardo, Carlo Dell’Acqua, Joykix, Silvia Listorti, Cecilia Mentasti, Concetta Modica, Giancarlo Norese, Luca Pancrazzi, Carlo Rusca, Luca Scarabelli, Giovanni Termini, Luisa Turuani, Enzo Umbaca, Olivia Vighi

 

Split Step, nel gioco del tennis è il saltello immediatamente prima di colpire una volèe; è un porsi in equilibrio per ottimizzare la spinta verso la palla. Lo Split Step è un istante decisivo perché entro il suo perimetro si gioca la qualità del tiro e forse della partita.

Questa mostra nasce un po’ alla stessa maniera, in risposta all’opportunità improvvisa di uno spazio che tra breve diventerà un’altra cosa. Al pari dello Split Step essa si consuma in un istante e l’istante, come Walter Benjamin ci ha insegnato, può essere un istante pesante, dove un frammento del nostro presente si “intrama” (il termine è di Franco Rella) con un frammento del passato, così che l’istante si riempia di tempo diventando portatore di senso e facendosi storia. Ogni istante, ogni slancio, accade come contatto vitale con il mondo e la storia può fornire oggi una prospettiva di approccio alla necessità di rispondere alla perdita di senso di un universo polverizzato, stemperato in un eterno presente, senza memoria e senza progetto.

 

L’istante pesante genera nella sua dilatazione sospesa la messa in forma del rapporto con l’altro nello e con lo spazio. Rapporto tanto più significativo nell’epoca in cui domina il simultaneo e dove l’istante pesante può creare un tempo dell’incontro e della riflessione. Dall’idea rizomatica di estensione nello spazio, via via si sono create delle nicchie. L’apertura e la chiusura verso l’esterno, verso il mondo, sono due poli che nelle nicchie finiscono per confondersi dando luogo a una fuga di scissioni verticali da cui derivano isolamento e separazione. Nella zona grigia della nicchia possono nascere tensioni che si trasformano in strategie difensive, diventano meccanismi di protezione che percepiscono l’esposizione al mondo come una minaccia: la nicchia crea il paradosso antropologico del presente dove è in gioco il campo delle relazioni.

 

In Split Step gli artisti invitati si incontrano nell’arco di una giornata per assumere in un gesto lo spazio con tutta la sua memoria, quasi come in bilico sul sasso di Proust.

Nel contempo l’incontro tra gli artisti e il pubblico, ammesso dall’inizio dell’azione, dà luogo ad un momento a metà strada tra soluzione installativa e performativa, tra site specific e time specific, in una dimensione apertamente laboratoriale che si assume come fine in sè. Per poi aprirsi, fuori di lì, a “mostra” finita, ai possibili “racconti” successivi, fatti di gesti, di immagini, di parole, intesi come altrettante testimonianze e come parte integrante della “mostra” stessa.

Gli Ex Macelli Civici diventano allora non già la scena ma gli “attori” di una narrazione che muove dallo spessore del loro passato, attraverso l’impermanenza degli interventi, la cui forza sta nella transitorietà quale opportunità per produrre processi di risignificazione dei luoghi.